Da diverse stagioni, la Roma ha abbandonato i tradizionali ritiri pre-campionato nelle località montane del nord Italia, un tempo attesi dai tifosi per assistere agli allenamenti. In passato, era comune stupirsi – ogni anno, come fosse una novità – della presenza del pallone già dalle prime sedute, quasi che l`unica preparazione valida fosse quella incentrata sulle lunghe corse alla Zeman o sul fondo nei boschi.
Oggi, la metodologia è evoluta. Gli allenamenti sotto la guida di Gasperini a Trigoria mostrano un utilizzo estensivo degli spazi del centro sportivo, simulando l`ambiente montano con attività non solo sul campo ma anche al suo interno. Questa intensità ha galvanizzato una parte della tifoseria romanista, che tende a preferire resoconti di sessioni dure e “punitive”. Si è persino parlato di “triple sedute”, accolte con entusiasmo. Tuttavia, un`analisi più attenta rivela che si tratta di tre fasi distinte di un`unica seduta giornaliera, ben strutturata: parte atletica mattutina, lavoro in palestra a mezzogiorno (per sfruttare l`ambiente climatizzato durante il caldo) e sessione tecnico-tattica nel pomeriggio.
Non c`è nulla di straordinario o inedito in tutto ciò. Persino Gasperini, dipinto come il “sergente di ferro” destinato a “ripristinare la cultura del lavoro” (un cliché riproposto ad ogni cambio di panchina), ha già concesso pomeriggi liberi ai giocatori, che non sempre sono obbligati a pernottare a Trigoria. Ancora una volta, nessuna anomalia, se non per chi si aspetta un addestramento militare piuttosto che un ritiro calcistico. In sintesi, la preparazione estiva è spesso avvolta da una narrazione semplicistica e fuorviante. Sarebbe più opportuno e onesto educare il pubblico sull`evoluzione delle metodologie calcistiche moderne, che differiscono notevolmente da quelle di decenni fa. Indipendentemente dal numero di sessioni giornaliere, i benefici di una buona preparazione sono effimeri se il lavoro durante la stagione non è altrettanto efficace.