
Lo zio ed ex allenatore di Rafael Nadal, Toni Nadal, ha espresso il suo disappunto per la performance di Carlos Alcaraz, sottolineando la necessità di maggiore variazione nel suo gioco. Intanto, alcuni atteggiamenti del numero 2 del ranking non sono graditi nemmeno al suo coach.
Carlos Alcaraz
La sconfitta di Carlos Alcaraz contro Jannik Sinner nella finale di Wimbledon ha scatenato una reazione piuttosto accesa in Spagna. Fin dalle prime ore dopo il match, le testate giornalistiche iberiche hanno elogiato l`italiano, ma non hanno risparmiato critiche, più o meno severe, al loro beniamino. Titoli come “Intratable” e “Destrozo” hanno accompagnato analisi dirette e senza mezzi termini. Forse un eccesso di severità, considerando che si parla di un campione che, a soli 22 anni, ha già conquistato ben cinque titoli dello Slam.
Le Critiche di Toni Nadal
A distanza di qualche giorno, la tempesta mediatica sul numero due del mondo non sembra placarsi. Sebbene non si tratti di un dramma clamoroso, le recenti dichiarazioni di Toni Nadal, figura di spicco nel mondo del tennis e zio dell`icona Rafael Nadal, hanno rinfocolato un dibattito che solo le recenti vittorie di Alcaraz sulla terra battuta avevano in qualche modo sopito, ma mai del tutto risolto. “Credo che Carlos avrebbe dovuto cercare di variare maggiormente il suo gioco, come stava facendo ad esempio Grigor Dimitrov,” ha commentato Toni Nadal al quotidiano El País. “Nel suo ottavo di finale, Grigor è riuscito a spezzare lo slancio del suo avversario, vincendo i primi due set grazie a un gioco molto più vario, cosa che non ho riscontrato in Alcaraz. La finale di Wimbledon non è stata una partita particolarmente spettacolare,” ha aggiunto, “ma Carlos ha diminuito l`intensità, mostrando un gioco più incostante e irregolare. In seguito, ha anche perso fiducia in sé stesso e nella possibilità di vincere, e infatti ha perso.”
La Crisi Post-Sconfitta
Il riferimento potrebbe essere al termine del terzo set, quando il tennista spagnolo si è rivolto al suo angolo esclamando: “Da fondo campo lui (Sinner) è migliore di me”. Alcaraz stesso ha ammesso in conferenza stampa di aver raggiunto un punto in cui “non sapeva più cosa fare”. Il nodo cruciale della questione rimane il comportamento complessivo di Alcaraz fuori dal campo – il documentario Netflix, ad esempio, non ha contribuito a migliorare la sua immagine sotto questo aspetto – e il ripetersi ciclico di errori di gioco, con strategie sbagliate e momenti di `black out` che a volte rischiano di costare carissimo. Certi suoi atteggiamenti, infatti, non piacciono affatto al coach Juan Carlos Ferrero e al suo team. È vero, Alcaraz vince, e con un talento sovrumano sarebbe quasi impossibile per lui non farlo, ma ciò non sembra più sufficiente. O, perlomeno, potrebbe non bastare più contro Sinner, considerando che la dinamica psicologica tra i due sembra essersi ribaltata, con Jannik ora capace di insinuarsi nella mente di Carlitos, e non più il contrario. Nel frattempo, il numero due del mondo si è allontanato dai social media e non si è recato nella sua amata Ibiza per smaltire la delusione, preferendo tornare a casa nella sua Murcia, dove è stato avvistato dal suo parrucchiere di fiducia. Famiglia e amici di lunga data sono dunque il suo rifugio per superare quella che, ad oggi, è probabilmente la più grande delusione della sua pur giovane ma già brillante carriera.