Durante il Festival dello Sport, tenutosi all`Auditorium Santa Chiara di Trento, Luciano Spalletti, ex tecnico di squadre blasonate come Napoli, Inter, Roma e della Nazionale italiana, ha offerto un`ampia panoramica della sua carriera. Il suo intervento ha spaziato dal mondo del calcio alla leadership, dalle relazioni con i grandi campioni fino ai mesi trascorsi come commissario tecnico dell`Italia.
La sua esperienza in Nazionale
Spalletti ha descritto la Nazionale come un vero e proprio «Paradiso», un`esperienza cui ha cercato di dare il massimo. Tuttavia, ha ammesso di aver forse riversato eccessivamente il suo profondo amore per il calcio sui giocatori, sovraccaricandoli di concetti, pretese e discorsi. Secondo Spalletti, i calciatori di oggi necessitano anche di leggerezza, di avvicinarsi alla partita con un`atmosfera più rilassata, magari ascoltando musica negli spogliatoi. Ha riconosciuto di aver tentato con insistenza di trasmettere la serietà del calcio, ma che in certi frangenti la sua eccessiva ingerenza non ha giovato all`armonia del gruppo.
Il caso Acerbi: una questione di responsabilità
Affrontando il caso Acerbi, Spalletti ha espresso preoccupazione per la crescente tendenza dei calciatori a sottrarsi alle proprie responsabilità con pretesti. Ha rivelato di aver contattato Acerbi, riconoscendone la leadership in campo e spiegandogli l`importanza della sua presenza. Acerbi aveva inizialmente dato la sua disponibilità, salvo poi inviare un messaggio qualche giorno dopo per ritirarsi, adducendo la vicenda con Juan Jesus come motivazione. Spalletti ha chiarito che i fatti non si sono svolti come riportato dal giocatore, concludendo: «Se lui è contento così, va bene. Ma la verità è diversa.»
Pio Esposito e il futuro dei centravanti
Su Pio Esposito, Spalletti ha espresso grande fiducia, vedendo in lui la promessa di un futuro «padrone dell’area di rigore». Ha elogiato il suo recente «gol pazzesco» per la coordinazione e la potenza del tiro, paragonandolo a «Bobo Vieri» per la sua capacità di ricevere qualsiasi pallone e «restituirlo pulito e sistemato».
L`Italia e la visione su Gattuso
Riguardo al futuro della Nazionale italiana, Spalletti si è detto «sicuro» che si qualificherà ai Mondiali. Ha elogiato le qualità di Gattuso, riconoscendogli la capacità di aver trovato «subito la quadra con le due punte» e di aver infuso «grinta e carattere» al gruppo, attribuendogli la vittoria contro Israele. Ha inoltre sottolineato la presenza di 20-25 giocatori di «livello altissimo», citando nomi come Donnarumma, Bastoni, Barella, Tonali, Di Lorenzo come «top assoluti».
La gestione dei campioni e l`ego
Spalletti ha chiarito la sua filosofia sulla gestione dei grandi campioni: «Non ho mai rinunciato ai calciatori forti». Tuttavia, ha precisato che è fondamentale intervenire quando un giocatore manifesta un «ego spropositato» e si considera al di sopra degli altri. Ha identificato un problema quando un atleta ragiona con la logica «Devo vincere io o si perde tutti», sottolineando l`importanza di un «rispetto reciproco, ma anche equilibrio» nei rapporti con i giocatori.
Il rapporto complesso con Francesco Totti
Sul suo controverso ma, a suo dire, «bello» rapporto con Francesco Totti, Spalletti ha descritto un «contesto particolare». Ha lamentato come, a Roma, «nessuno lo ha aiutato a percepire le cose nel modo giusto», a causa di un amore popolare talmente immenso da renderne «impossibile la gestione». Ha raccontato l`episodio del regalo di una DeLorean, simbolo del suo tentativo di suggerirgli, a 40 anni, di «guardare avanti». Ha ribadito però: «Non abbiamo mai litigato», e ha riconosciuto che Totti, quando entrava in campo, «spesso segnava» ed è stato «fondamentale anche nella mia seconda Roma».
L`esperienza al Napoli e la rottura con De Laurentiis
L`esperienza di allenare il Napoli è stata definita da Spalletti «qualcosa di unico», ricordando con affetto il «momento bellissimo» in cui è stato riconosciuto come «scugnizzo». La conclusione del rapporto con il presidente De Laurentiis, tuttavia, si è rivelata «complicata». Spalletti ha lamentato la mancanza di discussioni su rinnovo o sentimenti, e ha citato una frase di De Laurentiis («il campionato lo avrebbe vinto anche una giornalista da sola») come inaccettabile. «A quel punto,» ha concluso Spalletti, «avevo capito che era meglio chiudere».
