L`ex calciatore di Genoa e Roma si è aperto al Corriere della Sera, rivelando la sua battaglia contro il cancro e riflettendo sulla carriera e le delusioni sportive.
Sebino Nela si è raccontato a tutto campo, spaziando dal calcio alla musica, dalla malattia alla famiglia, proprio come faceva in campo, lottando e vincendo. In un`intervista al Corriere della Sera, l`ex terzino di Genoa e soprattutto Roma ha ripercorso la sua vita, partendo dal suo nome: «Sebastiano è l`uomo che si nasconde sotto la maglia da calciatore. Sebino è il giocatore.» Ha anche svelato il significato del coro dei tifosi giallorossi «Picchia Sebino»: «Non ho mai colpito nessuno. Si riferiva alla mia tenacia in campo.»

La Carriera
Sebino non ha esitato a condividere ogni aspetto della sua carriera, incluso il modo in cui è entrato nel mondo del calcio grazie a una «segnalazione». Ha raccontato: «Ero un tifoso del Genoa, come mio padre; ero magro e fui scartato. Entrai grazie a una raccomandazione. Un amico di mio padre, sostenitore del Genoa, gli disse: `Ci penso io.` Il primo campo in erba lo vidi solo quando debuttai in Serie B: avevo sempre giocato su campi di terra o pozzolana.»
La sua ascesa non è dissimile da quella di molti calciatori della sua generazione che sono poi diventati professionisti, crescendo con i valori instillati dai genitori: «Tre ore di autobus al giorno. Sveglia alle sei, scuola, allenamenti, poi aiutavo i miei genitori nel loro ristorante. Aprivo i libri a mezzanotte e mi addormentavo subito. Mio padre lavorava sempre 18 ore al giorno in cucina ed era stato imbarcato sulle navi. Mia madre rinunciava a comprarsi le calze per permettermi le scarpe da calcio.» Ha aggiunto: «Ho ritrovato il mio primo contratto con la Roma: 40 milioni di lire lordi. I miei genitori smisero di lavorare. Il momento più bello della mia vita è stato quando portai a casa il premio in denaro dopo l`esordio con il Genoa: papà si mise a piangere.»

Il Libro: «Il Vento in Faccia e la Tempesta nel Cuore»
Tutto questo, e molto altro, è narrato nel suo libro, «Il vento in faccia e la tempesta nel cuore». «Sono timido,» ha spiegato Nela, «e non mi piaceva l`idea di scrivere un libro di aneddoti, come quante donne entravano in ritiro in albergo, queste sciocchezze. Ho detto: se decido di farlo, voglio raccontare Sebastiano.» Ha proseguito: «Ho lavorato in silenzio. All`inizio parlavo poco. La mia storia cambiò nel secondo anno alla Roma.»
Proprio la Roma e la città eterna hanno segnato l`apice della sua carriera, un periodo che ha consacrato Nela nella storia del calcio italiano. Ha vissuto la gioia dello Scudetto del 1983, ma anche due grandi delusioni: «Capii subito cosa significava la Roma. Le tifoserie avversarie ci insultavano in ogni modo, ma questo mi raddoppiava le energie. Poi ci fu la finale di Coppa dei Campioni persa con il Liverpool l`anno successivo. Ebbi un buon pallone che passai a Graziani: avrei potuto calciare. Ma quella sconfitta l`ho digerita bene. Fu peggio quella contro il Lecce, che ci costò lo Scudetto due anni dopo. Roma è la città perfetta; a Milano ci sono più distrazioni. C`è un solo dato di fatto: non abbiamo mai avuto presidenti forti, a eccezione di Dino Viola e Franco Sensi, con cui abbiamo vinto. Quello che De Laurentiis è oggi per il Napoli. Ma l`ambiente non c`entra nulla. Anche perché la Roma ha una delle migliori tifoserie d`Europa. Falcao? Una persona meravigliosa. Ma quando non calciò il rigore nella finale con il Liverpool, rimasi deluso. So che un paio d`anni fa se ne è pentito…»
La Musica e Antonello Venditti
Dalla Roma alla musica, ma restando sempre legato alla capitale, dato che uno dei suoi più celebri cantautori, Antonello Venditti, gli ha dedicato una canzone, «Correndo correndo»: «Eravamo in ritiro a Montecatini, la suonò al piano. Era diversa dalle sue canzoni d`amore. L`ascolto almeno una volta al giorno. Non guardo il Festival di Sanremo da dieci anni, è diventato un palcoscenico per esprimere opinioni, un grande show politico. I giovani di oggi cantano Patty Pravo e Battisti, gli artisti attuali nessuno li canterà.»
La Malattia: Una Battaglia Personale e Familiare
Poi il capitolo più delicato, quello della malattia: il cancro al colon. Nela si è aperto senza riserve, quasi in una confessione, senza nascondere nulla e sottolineando la sua fortuna: «Noi calciatori viviamo di obiettivi, una partita dopo l`altra. Con la malattia ho fatto lo stesso. Passavo cinque ore in bagno ogni notte con i dolori di stomaco dopo la chemio. Mi dissi: `Cerchiamo di stare in bagno quattro ore. Poi tre e mezzo, poi tre.` Ha funzionato. L`unica cosa che mi infastidisce è questa banalità della gente che mi dice: `Non c`erano dubbi che con quel fisico ne saresti venuto fuori.` E allora tutti i colleghi che ho perso? Vincenzo D`Amico, Paolo Rossi, Sinisa Mihajlovic, Gianluca Vialli. L`unica differenza tra me e loro è che io sono stato più fortunato.»
Sebino ha anche parlato del rapporto con la sua famiglia in quel periodo difficile: «Una notte trovai mia moglie e le mie figlie che piangevano, e dissi: `Basta, siete voi che dovete aiutare me.` In casa la situazione cambiò. Ho perso mio padre per questa malattia, poi suo fratello. Ho perso mia sorella, la persona che stimavo di più al mondo: si è lasciata morire dopo otto anni di cure. L`altra mia sorella convive da quattordici anni con il cancro. Una famiglia decimata dai tumori: non ce lo meritavamo. In quel periodo mi dispiaceva farmi vedere pallido. Ora cerco di essere sempre abbronzato.»

Tra Presente e Futuro: I Maori e il Calcio di Oggi
Dal suo calcio al calcio attuale, passando per i progetti futuri, Nela ha concluso: «Mi piacerebbe parlare con un Maori in Nuova Zelanda. Ma sto bene anche facendo una passeggiata al mare, sul litorale laziale. Mi piace leggere di politica e geopolitica. Gioco a scacchi. Lo Scudetto? Il Napoli ha tutto per riconfermarsi, l`Inter è la squadra che gioca meglio, il Milan può essere la mina vagante. La Roma? Arrivare tra le prime quattro sarebbe un risultato straordinario. L`inizio è convincente, vedremo anche il cammino delle altre. Gasperini richiede tempo.»
