Il mondo del calcio è un palcoscenico di emozioni estreme, dove la gioia del gol si alterna a momenti di pura incredulità. Se il recente caso dei tre rigori falliti consecutivamente da Dovbyk e Soulé per la Roma contro il Lilla all`Olimpico ha destato scalpore, la storia del pallone ci offre esempi ancora più eclatanti di errori dal dischetto. Non parliamo solo di «dilettanti» celebri come Beccalossi, il cui doppio errore in otto minuti in Coppa UEFA nel 1982 è entrato nella leggenda anche grazie alla rievocazione del comico Paolo Rossi. Esiste chi ha superato ogni record di sfortuna e perseveranza, come Mohammed Jedidi, il calciatore tunisino protagonista di una delle vicende più surreali.
Una Sagra di Rigori: L`Epopea di Jedidi e la Tunisia ad Atene 2004

Il 17 agosto 2004, ai Giochi Olimpici di Atene, la partita di calcio tra Tunisia e Serbia si trasformò in un`assurda epopea di rigori. Sul punteggio di 1-1 all`83° minuto, i tunisini ebbero la chance di passare in vantaggio con un penalty. Il povero Mohammed Jedidi si presentò sul dischetto, dando il via a una serie di eventi incredibili:
- Primo tentativo: Gol. Ma l`arbitro tahitiano Charles Ariiotima annulla per invasione di campo prima del tiro da parte di alcuni giocatori della Tunisia. Penalty da ripetere.
- Secondo tentativo: Ancora gol. Nuovamente annullato per invasione, stavolta segnalata dal guardalinee. La frustrazione inizia a crescere.
- Terzo tentativo: Jedidi, con nervi d`acciaio, batte nuovamente Nikola Milojević, il portiere serbo. Ma, incredibilmente, l`assistente alza di nuovo la bandierina per un`altra invasione, con tanto di ammonizione per un tunisino.
- Quarto tentativo: Sfinìto mentalmente, Jedidi si fa parare il tiro. Sembra finita, ma ecco il colpo di scena: il portiere si era mosso prima! Ancora una ripetizione.
- Quinto tentativo: Milojević para di nuovo. Nonostante la respinta, Jedidi si avventa sulla palla e di testa realizza il 2-1. Un momento di gioia effimera, poiché il gioco viene fermato nuovamente.
- Sesto tentativo: Per la sesta volta, Jedidi si appresta a calciare. Stavolta il pallone finisce in rete e l`arbitro convalida finalmente, dirigendosi con passo svelto verso il centrocampo.
Questa sequenza incredibile si concluse, a sorpresa, con il pareggio della Serbia solo quattro minuti dopo, anche se poi la Tunisia riuscì a vincere 3-2 all`89° con Zitouni. Una partita che, per ironia della sorte, si rivelò inutile per entrambe le squadre, eliminate nella fase a gironi. E l`arbitro di Tahiti? Non fisicamente, ma dalla competizione fu rapidamente «rispedito a casa».

Lazio e Napoli (1984): Un Precedente in Serie A
Anche il campionato italiano ha i suoi aneddoti di rigori «maledetti». Sabato 21 aprile 1984, durante la 27ª giornata di Serie A, la Lazio affrontava il Napoli all`Olimpico. Dopo il vantaggio di Bruno Giordano al 30°, un calcio di punizione di D`Amico portò a un rigore per un presunto fallo di mano di Celestini. Quello che seguì fu una serie di eventi degni di nota:
- Primo tiro di Giordano: Parato da Castellini, ma sulla ribattuta Giordano segna. L`arbitro Agnolin annulla per invasione.
- Secondo tiro di Giordano: Parato di nuovo da Castellini. Di nuovo invasione! Il rigore deve essere ripetuto per la terza volta.
- Tiro di D`Amico: Vincenzo D`Amico si incarica della terza esecuzione dal dischetto, ma il suo tiro finisce clamorosamente fuori.
Nonostante questa sequenza sfortunata dal dischetto, la Lazio riuscì comunque a vincere la partita per 3-2 grazie a una doppietta di Laudrup, dimostrando come il calcio possa riservare esiti imprevedibili e che un errore dal dischetto non sempre determina il risultato finale.

Errori Storici e Lezioni di Vita Calcistica
La storia del calcio è costellata di rigori sbagliati che hanno inciso profondamente sulle sorti delle partite e delle carriere. Basti pensare ai tiri fatali di Roberto Baggio e Franco Baresi nella finale mondiale di USA `94 contro il Brasile, o a quello decisivo di David Trezeguet nella finale di Champions League del 2003 tra Juventus e Milan. L`antico adagio «Errare humanum est, perseverare autem diabolicum» (errare è umano, perseverare è diabolico) trova nel calcio una sua particolare applicazione. A volte, però, perseverare, anche nell`errore, può essere semplicemente… tragicamente divertente e incredibile. E il buon Beccalossi? Lui, possiamo dire, ormai ci ha fatto l`abitudine.
