
“È positivo e significativo che in questo periodo si parli dell`Europeo e del calcio femminile. Personalmente, ritengo la competizione europea più ardua di quella mondiale, poiché raccoglie le nazionali tra le prime dieci del ranking. All`alba del Campionato Europeo in Svizzera, Stefano Pigolotti, che cura gli interessi di calciatrici del calibro di Agnese Bonfantini e Cristiana Girelli, condivide il suo pensiero. “Sarà una sfida andare avanti,” afferma, “ma ho grande fiducia in questa Nazionale e nutro sensazioni positive per il futuro.”
Cosa ne pensa delle convocazioni del CT Soncin?
Le convocazioni generano sempre dibattito. In Italia si dice che ci siano 60 milioni di CT, ognuno con le proprie idee. Ho imparato nel calcio che, sebbene ognuno abbia la sua visione sulla rosa di 23 giocatrici, la decisione spetta all`allenatore, che è retribuito per questo. Selezionare chi convocare e chi no è sempre arduo per lo staff tecnico. Chi viene chiamato è premiato ed entra a far parte del progetto, mentre chi resta a casa subisce una delusione, avendo investito impegno e speranze.
L’esclusione di Bonfantini ha generato scalpore.
Agnese era una giocatrice che molti davano per certa in lista, perciò la sua mancata convocazione ha comprensibilmente sorpreso. È un talento universalmente riconosciuto. Ho seguito la sua crescita fin dall`inizio, conoscendola sia come atleta che come persona. Mi dispiace vederla esclusa da un evento così significativo, utile per la sua esperienza e potenzialmente vantaggioso per la Nazionale. Essendo, insieme alla sua famiglia, il suo primo tifoso, riconosco di poter essere di parte.
Come sta vivendo la giocatrice questa difficile esclusione?
Nelle strutture che gestiscono le atlete, mi occupo anche di mental coaching. L`obiettivo è trasformare questa fase negativa in qualcosa di costruttivo, evitando reazioni esasperate. Una mancata convocazione, per quanto dolorosa, può diventare una lezione per il futuro. Sono certo che Agnese saprà superare questo momento impegnativo.
A Firenze le cose sono andate bene. Quanto può ancora dare alla squadra viola?
Il progetto della Fiorentina è significativo per lei. Il percorso svolto a Firenze le ha permesso di vivere un anno in cui i suoi standard, pur con alti e bassi legati alla performance della squadra, sono stati mantenuti. Credo che la Fiorentina sia fondamentale per la sua crescita professionale e siamo curiosi di vedere il suo ruolo con il nuovo allenatore. Agnese si è legata molto all`ambiente; quello che doveva essere un prestito di supporto si è trasformato, in primavera, in un forte desiderio di restare in viola, cosa che abbiamo poi realizzato.
In Svizzera ci sarà Cristiana Girelli, un’altra sua assistita e forse la giocatrice più in forma del momento.
Non la considero la più in forma *del momento*, ma piuttosto tra le più costanti degli *ultimi anni*. I suoi gol sono sempre stati decisivi sia in Italia che all`estero. Le reti segnate in Nazionale amplificano il riconoscimento del suo valore. Sono convinto che anche questa volta saprà aiutare il gruppo e regalarci grandi soddisfazioni.
Come commenta la stagione della juventina considerando anche l’età?
L`età è un fattore da considerare solo in riferimento alla serietà professionale e alla maturità che dimostra costantemente anno dopo anno. Per il resto, sembra un`atleta di 25 anni. Possiede una forza e una determinazione eccezionali, oltre a un carisma maturato negli anni con la Juventus. Spero che questa sua leadership sia ben percepita anche in Nazionale, affinché le Azzurre possano trarne il massimo beneficio durante il torneo.
Cosa si aspetta da entrambe per la prossima stagione calcistica?
Da Girelli mi aspetto che continui a segnare e funga da stimolo per le giocatrici più giovani. Per quanto riguarda Bonfantini, sono certo che ci delizierà con il suo estro naturale e che avrà una maggiore continuità rispetto alla stagione passata.
Non teme una “chiamata” dal calcio maschile, dove le priorità sono diverse?
Nel calcio femminile permane un senso di `purezza` che a volte viene intaccato da figure provenienti dal settore maschile, portando con sé una certa astuzia tipica di quell`ambiente. Non è un aspetto che giudico totalmente negativo, ma è chiaro che nel maschile gli interessi divergono. Chi opera nel calcio maschile, con interessi economici enormi, sviluppa attitudini e competenze che considero un po` al limite. Introdurle nel femminile sarebbe spiacevole e inutile, poiché nel settore femminile circolano molti meno soldi e la competitività, pur presente, non è così esasperata. È quindi fondamentale tutelare il mondo femminile dai modelli negativi del calcio maschile.