
Pepito Rossi, ex attaccante della Nazionale italiana con 30 presenze e 7 gol all`attivo, non ha usato mezzi termini nel commentare il nuovo formato del Mondiale per Club. Senza giri di parole, ha definito il torneo una vera e propria “buffonata”, ammettendo di non aver seguito nemmeno una partita.
Fiero delle sue origini statunitensi (è italoamericano di Teaneck, New Jersey), Rossi è tornato a vivere negli USA dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. A 38 anni, ha intrapreso una nuova avventura come vicepresidente dei New York Cosmos. Nonostante ciò, il nuovo torneo a 32 squadre voluto dalla FIFA, svoltosi tra città come Pasadena e New York, non lo ha affatto entusiasmato.
Parlando al telefono, ha espresso la sua critica sulla direzione intrapresa: “Vogliono americanizzare il calcio”, ha dichiarato, sottolineando però che “il calcio non è né americano né europeo: è mondiale”.
Secondo il bilancio personale di Rossi, il problema fondamentale è che “al centro c`è lo show, non i giocatori che sono gli attori senza i quali il film viene male”. Le ragioni del suo scetticismo sono molteplici e concrete: un calendario con troppe partite, temperature estreme dovute al periodo e alla collocazione geografica (“giocare la finale sulla costa est a metà luglio è un`assurdità: sapete che umidità c`è qui?”), e persino interruzioni causate dal maltempo.
Nonostante le numerose critiche, Rossi individua un unico aspetto positivo in questa edizione del Mondiale per Club: “Di buono, questo Mondiale per club ha una cosa: aver attivato l`interesse per il calcio dei tifosi americani”. Ha concluso con un auspicio per il futuro: “Spero che la lezione di questo torneo serva per il Mondiale vero, quello USA-Canada-Messico del prossimo anno”.