Ljubicic analizza Sinner e Alcaraz in vista degli US Open

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Preview Ljubicic analizza Sinner e Alcaraz in vista degli US Open

L`ex allenatore di Roger Federer e numero 3 al mondo riflette sulle condizioni attuali: “Caldo e umidità eccessivi, non capisco perché si insista a giocare. Per Jannik, nessun contraccolpo se recupera subito, ma una settimana di stop renderebbe dura la corsa agli US Open.”

Ivan Ljubicic, ex numero 3 del mondo e già coach di Roger Federer, attende con grande interesse il prossimo confronto tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, soprattutto dopo la “non finale” di Cincinnati, interrotta per il ritiro di Sinner.

Il malore accusato da Jannik quanto complica il suo piano di avvicinamento agli US Open?

“Dipende dalla durata del recupero. Se si riprende in 2-3 giorni, non ci saranno conseguenze significative. Se invece dovesse stare a riposo per l`intera settimana, allora sarebbe complicato ritrovare la condizione fisica necessaria per vincere uno Slam. Anche se Sinner affronterà avversari meno impegnativi nei primi turni, il formato dei tre set su cinque, unito al caldo e all`umidità di Flushing Meadows, potrebbe fargli consumare molte energie,” spiega Ljubicic.

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Tutti vorrebbero assistere alla terza finale dello Slam tra Sinner e Alcaraz. Sulla terra di Parigi ha vinto lo spagnolo, sull`erba di Wimbledon l`italiano. E sul cemento?

“È difficile fare un pronostico su una partita che, se avverrà, si giocherà tra quasi tre settimane. Escludendo giustamente Cincinnati, Alcaraz è in vantaggio 5-2 negli scontri diretti sul cemento. Allo stesso tempo, il miglior Sinner si esprime proprio su questa superficie. Considerando tutto, direi che partirebbero alla pari, anche perché le loro sfide sono sempre molto combattute. Di certo sono nettamente superiori a tutti gli altri; mi sorprenderebbe se non arrivassero in fondo, con l`incognita della salute di Jannik,” afferma l`ex campione.

Cosa potrebbe fare la differenza tra i due agli US Open?

“La superficie è cruciale. A Wimbledon, ad esempio, Sinner ha spinto molto sul dritto di Alcaraz: sull`erba funziona, sulla terra no. Di solito a New York i campi sono piuttosto veloci: le traiettorie alte sono meno efficaci, è fondamentale muoversi molto bene ed essere fisicamente al 110%. Questo è un torneo che richiede molto e che impone un tennis aggressivo. Entrambi lo praticano, ma nel caso di Alcaraz, le varianti con top spin accentuato e le smorzate rendono un po` meno. Sarà importante anche il livello del servizio.”

E gli outsider?

“Come accadeva per la generazione dei Big Three, la situazione degli sfidanti è abbastanza mutevole. Può emergere un giocatore diverso a seconda della sua forma del momento. I nomi sono sempre gli stessi: Fritz, Zverev, Djokovic.”

Immagine di campo da tennis

Cosa si aspetta dagli italiani?

“Musetti ha perso un po` la forma dopo il Roland Garros e sta tuttora cercando di ritrovare la condizione. Rimane un giocatore da top ten, il suo livello non è in discussione. Cobolli potrebbe sorprendere. Ora crede di più in se stesso ed è più consapevole delle sue capacità,” commenta Ljubicic.

Il corpo di Sinner ha qualche fragilità, oppure i problemi fisici riscontrati nell`ultimo anno e mezzo sono stati solo circostanze sfortunate?

“Per me si tratta di episodi scollegati. Jannik aveva un problema all`anca che ha risolto, poi è stato solo sfortunato: la caduta sul gomito, il presunto virus. Questo non significa affatto che il suo corpo sia fragile.”

Uno dei suoi segreti è l`ossessione di tendere verso la perfezione. Ma cosa gli manca ancora?

“Non gli manca nulla. È vero che il servizio è il suo colpo meno naturale, ma ogni campione ha una sorta di fissazione sul colpo in cui si sente meno preparato. Per Jannik è il servizio, sebbene sia migliorato tantissimo,” dichiara l`ex numero 3.

Alcaraz è reduce da sette finali consecutive. Ha finalmente trovato la continuità che gli mancava?

“Ha trovato la continuità nei risultati, perché le sue prestazioni sono sempre un po` altalenanti. La grande differenza, da quando Sinner è rientrato dopo la sospensione, è che lo spagnolo ha trovato il modo di vincere anche quelle partite in cui alcune giocate non gli riescono. È lo sviluppo naturale di un giocatore che, non dimentichiamo, ha solo 22 anni.”

Carlos Alcaraz in azione

Chi arriverà primo alla fine della stagione?

“Alcaraz è avanti di quasi 2000 punti nella Race. Se vince gli US Open e Sinner perde nei primi turni, per Jannik diventa difficile recuperare. Ma se l`italiano perde pochi punti a New York, allora lo vedo ancora favorito. Non dimentichiamo che il Masters di Parigi e le ATP Finals, territori di caccia di Sinner, mettono in palio 2500 punti,” conclude Ljubicic.

Calendario fitto e condizioni climatiche estreme: il tennis deve riconsiderare il suo modello di espansione?

“Quando i Masters 1000 duravano una settimana, i giocatori potevano gestire meglio i tempi di recupero e di allenamento. Ora è molto più difficile. Ciò che abbiamo visto a Cincinnati ci fa riflettere. Non riesco a capire perché si insista a far giocare con quel caldo e quell`umidità. Gli atleti rischiano di farsi male, il pubblico non si diverte. Bisogna intervenire.”

Una foto di Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz nella finale di Cincinnati del 18 agosto 2025

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