L`Italia ritrova la fiducia nella qualificazione ai Mondiali, forte di qualità e pragmatismo. Tuttavia, il percorso è irto di ostacoli, e la concretezza introdotta da Gattuso dovrà essere rafforzata per evitare le passate delusioni del 2017 e 2022.
La vera sfida per l`Italia inizia ora, con la speranza che i Mondiali tornino ad accoglierci, diversamente dalle amare esclusioni del 2017 e 2022. Il cammino verso la qualificazione, salvo improbabili aiuti dalla Norvegia, passerà dai playoff di marzo: un percorso a ostacoli con semifinali e, si spera, finali. Non sarà concesso alcun errore. Affronteremo avversari presumibilmente inferiori — certamente nella prima gara, forse anche nella seconda, che potrebbe essere in trasferta — ma per superarli sarà essenziale esprimere un gioco migliore rispetto a quanto mostrato finora nelle qualificazioni e, in parte, anche contro Israele, nonostante il 3-0 finale. L`opportunità di raggiungere l`America è concreta, ma dobbiamo conquistarla attivamente; ricordiamo che Russia e Qatar ci attendevano invano. Sono passati oltre undici anni dall`ultima partecipazione azzurra a una fase finale Mondiale, un`attesa decisamente troppo lunga.
Guardare ai playoff
La parte cruciale della qualificazione è imminente. Finora, abbiamo fatto il minimo indispensabile, vincendo contro squadre nettamente inferiori nel girone eliminatorio, talvolta con difficoltà, come il memorabile 5-4 contro Israele all`andata. L`unico confronto con una vera avversaria, la Norvegia, si è risolto in una netta sconfitta. Sebbene una remota speranza di qualificazione diretta permanga, legata a un improbabile scivolone della Norvegia contro l`Estonia e a nostre vittorie contro Moldova e Norvegia, questa è puramente teorica. Dobbiamo concentrarci sui playoff e sui potenziali pericoli: le semifinali potrebbero riproporre vecchi incubi come Svezia o Macedonia del Nord. In caso di finale, potremmo affrontare trasferte impegnative in Scozia o in Slovacchia, in Albania o in Ungheria, dove la vittoria non sarà affatto semplice.
Il segnale dall`attacco
La fase decisiva si avvicina con un rinnovato ottimismo, spinto dalle buone prestazioni offensive delle ultime due partite. In Estonia, tutti e tre i nostri centravanti — Kean, Retegui e il «nuovo Vieri» Esposito — sono andati a segno. Contro Israele, Retegui è stato protagonista, procurandosi e trasformando un rigore, per poi sigillare il risultato con un gol splendido (Pio ha invece sprecato un`occasione, cosa che può capitare). Tuttavia, questo entusiasmo deve essere temperato, considerando le parate decisive di Donnarumma sia sul pareggio che con un gol di vantaggio, evidenziando la necessità di migliorare la fase difensiva.
Ottimismo
Siamo alla vigilia di un momento cruciale. Nonostante le delusioni recenti, fatta eccezione per l`Europeo 2021, è doveroso affrontare questo percorso con una dose di ottimismo. Questo si fonda sulla consapevolezza che la Nazionale possiede un nucleo di giocatori di qualità. Donnarumma, considerato tra i migliori portieri globali; Bastoni e Calafiori, difensori di caratura internazionale; Barella e Tonali, tra i centrocampisti più forti d`Europa; e un attacco con diverse opzioni valide. A questi si aggiungono elementi di buon livello come Dimarco, Politano, Di Lorenzo e Mancini, senza dimenticare i promettenti Buongiorno e Scalvini. Insomma, seppur non ai fasti di un tempo, la squadra non è così modesta come si tende a credere.
Gattuso ha introdotto un approccio concreto e razionale, privilegiando la semplicità. La sua scelta di schierare due centravanti, ad esempio, riflette un pragmatismo lodevole: in assenza di esterni di spicco o trequartisti di alto profilo, si affida a specialisti dell`area di rigore come Kean e Retegui (con Raspadori ed Esposito come alternative). Un saggio uso del buon senso al servizio della Nazionale. L`auspicio è che sia sufficiente per il successo.
