Il presidente della FIFA interviene sulle sfide attuali del calcio mondiale, dalla gestione delle gare fuori dai confini nazionali all`ottimizzazione del calendario internazionale.
Durante l`assemblea generale dell`Efc a Roma, il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha affrontato diverse questioni urgenti che riguardano il calcio globale. Ha espresso soddisfazione per il cessate il fuoco annunciato, sperando che contribuisca a sedare le tensioni legate alla partita tra Italia e Israele. «Tutti dovrebbero essere felici di questo e sostenere il processo. Penso che ciò vada oltre il calcio», ha dichiarato.
Un tema centrale è stata la sua preoccupazione per la tendenza di giocare partite di campionato nazionale all`estero, come gli esperimenti in Serie A e Liga. Infantino ha sottolineato la necessità di una regolamentazione chiara in merito. «Nonostante si tratti solo di una singola partita per i campionati coinvolti, ritengo sia necessaria una riflessione più ampia e globale. La deregulation non è d`aiuto a nessuno», ha avvertito.

Il presidente della FIFA ha spiegato che la struttura attuale del calcio, con livelli nazionale, continentale e globale, è la ragione del suo successo mondiale. «Se si rompe questa struttura, si corre un grande rischio. Se invece si vuole regolarla, dobbiamo approfondire la questione. La FIFA è determinata: è essenziale un sistema regolamentato che salvaguardi gli interessi di tutte le parti». La FIFA attende le approvazioni di Concacaf (per Villarreal-Barcellona a Miami) e Afc (per Milan-Como a Perth) prima di prendere una decisione definitiva.
Infantino ha poi spostato l`attenzione sul calendario internazionale, definendolo «uno dei punti cruciali in agenda». Ha spiegato che la discussione non riguarda solo il prossimo Mondiale in Arabia Saudita, ma una riflessione più generale sui periodi migliori per giocare. «Anche in alcuni Paesi europei a luglio fa molto caldo. Forse dobbiamo considerare quali siano effettivamente i mesi più adatti al calcio. Giugno, ad esempio, un mese solitamente ideale, non è molto sfruttato in Europa. Ci sono probabilmente modi per ottimizzare il calendario. Ne stiamo discutendo e vedremo quali conclusioni raggiungeremo. Dobbiamo mantenere una mente aperta», ha concluso.
