
La campionessa di pugilato di Parigi 2024 è al centro di controversie sul suo genere, ma dichiara: “Lotto per tutte le donne e per la giustizia, nonostante le pressioni esterne che generano discriminazioni.”
Imane Khelif ha imparato a difendersi fin da quando, a quindici anni, ha scoperto la boxe. Da allora, ha affrontato costantemente polemiche e attacchi, inclusi i dubbi sul suo genere e le esclusioni dovute a test di idoneità non superati, come accaduto anche quest`anno. Nonostante tutto, Imane ha trovato la sua voce nello sport. Oggi, con una medaglia d`oro olimpica al collo vinta a Parigi, la pugile algerina è pronta ad ogni sfida, spinta dal suo profondo amore per la boxe, che è il motore di ogni sua azione.

Nelle scorse settimane si è parlato di un suo possibile ritiro. C`è del vero in queste voci?
`Assolutamente no, non ho alcuna intenzione di ritirarmi. La vittoria dell`oro alle Olimpiadi di Parigi mi ha dato una carica incredibile. Ho superato molte difficoltà per questo successo, compreso il bullismo, e intendo continuare a combattere per zittire chi dubita di me. I miei successi sportivi hanno solo ampliato i miei orizzonti. Voglio un`altra medaglia e desidero contribuire a creare maggiori opportunità per le donne nello sport.`
È passato poco più di un anno dall`oro di Parigi. Cosa ricorda di quel periodo, tra polemiche e successi?
`La medaglia d`oro è un momento che porterò sempre con me, un traguardo immenso che per un atleta, o almeno per me, non ha paragoni. Specialmente considerando tutto il lavoro e i sacrifici fatti per realizzare ciò che sognavo.`
Come è nata la sua passione per la boxe?
`Ho sempre amato lo sport, in particolare il calcio. Poi, a un certo punto, ho capito che la mia vera passione era la boxe. Ricordo ancora la prima volta in palestra, la prima volta sul ring e l`emozione nel vedere i guantoni prima di indossarli. Fu l`inizio di un nuovo capitolo della mia vita, la scoperta di un mondo sconosciuto.`
I suoi genitori l`hanno sempre sostenuta?
`No, inizialmente erano contrari, soprattutto mio padre. Proveniamo da una piccola città in Algeria e per una ragazza praticare boxe era insolito. Nonostante ciò, mia madre mi ha supportata e col tempo, vedendo i miei progressi, anche mio padre ha iniziato a sostenermi. All`inizio è stata molto dura, anche dal punto di vista economico.`
Quali sacrifici ha dovuto affrontare?
`Ogni giorno, per allenarmi, camminavo dieci chilometri. Per permettermi di farlo, vendevo pane, alluminio e ferro per strada. Ci sono stati anche momenti difficili a livello mentale, perché lo sport ad alto livello richiede dedizione e grandi sacrifici. Ma quando un pensiero di arrendermi mi attraversava la mente, sapevo che era il momento di spingere ancora più forte.`

Alle Olimpiadi, le polemiche sulla sua partecipazione hanno generato un enorme clamore mediatico. Come ha gestito quel periodo?
`Purtroppo, la mia esperienza non è isolata; altri atleti hanno affrontato e continuano ad affrontare situazioni simili. Le Olimpiadi hanno dimostrato che chiunque può essere vittima di tali episodi. Quanto accaduto è stato molto dannoso, ma sono riuscita a rimanere concentrata, senza lasciarmi condizionare dal clamore.`
Quest`anno è stata esclusa dall’Eindhoven Box Cup e dai Campionati del mondo in Serbia perché l`International Boxing Association ha dichiarato che “non soddisfa i criteri di idoneità a causa di livelli troppo alti di testosterone”. Questa incertezza sui test e sul suo futuro come influisce sulla sua carriera?
`Come atleta, dedico la mia vita all`allenamento e alla preparazione, e rispetto le regole. Ma quando le pressioni esterne creano ambiguità, è facile essere soggetti a decisioni improvvise e ingiuste. Questo non danneggia solo l`atleta, ma anche lo spirito dello sport, che dovrebbe fondarsi su trasparenza e rispetto reciproco.`

Ritiene che il suo caso abbia portato a cambiamenti nello sport?
`Certamente. Credo abbia contribuito a evidenziare le sfide che le donne affrontano nello sport e le ingiustizie dovute alla discriminazione. La mia esperienza dimostra che rimanere saldi e attenersi alla verità può portare al successo, e che chi cerca di danneggiare le donne non spezzerà mai la loro determinazione. Il duro lavoro e la dedizione possono portare giustizia e migliorare lo scenario sportivo.`
Ha avuto l`opportunità di parlare con le avversarie che non le hanno mostrato solidarietà durante i Giochi?
`No, non c`è stata l`occasione. Tuttavia, resto sempre aperta al dialogo e alla comunicazione, perché credo che lo sport debba essere un ponte di vicinanza e comprensione, al di là delle posizioni o delle opinioni.`
Quanto lavoro resta da fare per sensibilizzare il pubblico su questo tema?
`C`è ancora molto da fare per la sensibilizzazione. Un vero cambiamento richiede tempo, impegno costante e l`unione delle voci degli atleti con quelle delle istituzioni che li supportano.`
Pensa che le prossime Olimpiadi saranno diverse?
`Sono ottimista che l`impatto sarà diverso. La discussione che abbiamo avviato durante gli scorsi Giochi lascerà il segno e renderà le persone più consapevoli e aperte a comprendere la realtà di ciò che è accaduto, promuovendo un ambiente sportivo più equo e giusto.`
