
Franco Carraro, ex presidente del CONI e della FIGC, esprime la sua visione: `È stato corretto revocare due scudetti alla Juventus, ma il titolo del 2006 non avrebbe dovuto essere assegnato all`Inter. Mi chiamano `Poltronissimo`? A 85 anni, comprendo chi si chiede se sia ancora in vita!`
Franco Carraro in una foto d`archivio (febbraio 2005).
L`intervista a Franco Carraro prende vita nella suggestiva Sala delle Fiaccole del CONI, un ambiente carico di storia sportiva che riflette la sua stessa carriera. Accanto alla sobria torcia delle Olimpiadi di Mosca 1980 – celebri per gli ori di Mennea e Simeoni ma anche per il boicottaggio – Carraro rievoca quei momenti. Era presidente del CONI da due anni: `Il governo ci esortava a non partecipare. Se avessi ceduto senza difendere l`autonomia dello sport, avrei dovuto dimettermi immediatamente. Credo che chiunque al mio posto avrebbe agito allo stesso modo.`
L`amicizia con Craxi subì una rottura per quasi due anni.
`Un anno e mezzo. Craxi aveva un carattere difficile… Era sotto pressione da Helmut Schmidt: la Germania, criticata dagli Stati Uniti per non essere pienamente indipendente data la Costituzione redatta da loro, aveva deciso di boicottare. Quando comprese che gli altri paesi europei avrebbero partecipato, il cancelliere socialista cercò il supporto degli amici, tra cui Craxi. Anche a lui dissi di no, e non la prese affatto bene. Come avrei potuto impedire agli atleti di andare ai Giochi, mentre l`Italia continuava a produrre auto a Togliattigrad? Mi sembrava ipocrita far pagare solo lo sport. Mi ritrovai contro tutti i miei alleati politici, gli stessi che, nove anni e mezzo più tardi, mi avrebbero proposto come sindaco di Roma. Ricordate il CAF? Craxi-Andreotti-Forlani… Erano loro.`
Lo sport italiano rispose con un bottino di 8 ori, 3 argenti e 4 bronzi.
`E avremmo potuto ottenere ancora di più se avessimo potuto contare sugli atleti dei gruppi sportivi militari. Fu doloroso doverli escludere, ma il CONI non aveva margini di manovra. Anzi, c`era persino l`intenzione di eliminarli del tutto: dopo l`assassinio di Moro, il ministro degli Interni Rognoni voleva che tutte le forze militari fossero impiegate sul territorio, a causa della minaccia terroristica che causava 1-2 morti a settimana. Tale decisione avrebbe compromesso gravemente lo sport. Non appena eletto presidente del CONI, mi recai da lui con Pescante e lo convincemmo, facendogli notare come la Polizia, in quegli anni, non godesse di ampio supporto pubblico e che le vittorie sportive avrebbero potuto generare popolarità e consenso. Rognoni, grande appassionato di sport e ex atleta di atletica leggera, capì perfettamente il messaggio. All`epoca, concetti come polizia, tricolore e nazionalismo non erano visti di buon occhio da tutti. Le figure di Pertini prima e Ciampi poi contribuirono a modificare questa percezione, anche grazie allo sport. L`immagine, trasmessa in mondovisione, di Pertini che al Mondiale dell`82 esultava in tribuna come un tifoso appassionato, unì l`Italia. Ciampi, in seguito, insegnò al Paese a cantare l`inno. Tanto che, quando fui eletto presidente della FIGC nel 2001, nel mio discorso d`insediamento dissi: `Spero che i giocatori cantino l`inno nazionale`. Voi giornalisti passaste mesi a chiedervi chi lo avrebbe fatto, come se avessi richiesto chissà quale stranezza…`
Franco Carraro, membro del CIO, durante un discorso.
Qual è la sensazione di aver vissuto in prima persona tanti eventi che hanno segnato la storia del nostro Paese e non solo?
`Mi considero una persona fortunata e privilegiata, grazie a genitori eccezionali che mi hanno insegnato il francese e l`inglese e mi hanno impartito un`educazione adeguata. Non eravamo ricchi, ma in una condizione agiata, il che mi ha dato un vantaggio iniziale rispetto ad altri. Per questo, sento di essere in debito con la vita, profondamente in debito. Il futuro? Lo vedo attraverso gli occhi di mia nipote, non per me stesso. Come tutti, spero di morire in salute. Ricordo che Gualtiero Zanetti, un ex direttore della Gazzetta, mi diceva sempre: `Tu vivi come un malato per morire sano`. Ed era vero! Senza alcun merito particolare, bevo solo acqua naturale, non ho una passione smodata per il cibo e non ho mai fumato. Da giovane, si inizia a fumare per darsi un`aria con le ragazze, ma a 16 anni ero già campione europeo di sci nautico, quindi, diciamo, non ne avevo bisogno…`
Del suo passato di atleta si è sempre parlato poco.
`Non ho proseguito a lungo nella carriera agonistica; avrei dovuto rinunciare al divertimento, e non era ciò che volevo. Poi, ai Mondiali di Long Beach, in California, mi rubarono gli sci. Erano speciali, frutto di lungo studio, e fu un errore lasciarli nel deposito… Alla fine, mi classificai settimo.`
Immaginiamo la sua frustrazione.
`Certo, ma spesso arrabbiarsi significa fare doppio sforzo… Sono una persona che mantiene il controllo nelle situazioni serie, mentre mi irritano le piccole cose: se al ristorante devo aspettare troppo, mi innervosisco, ma quando, da sindaco di Roma, mi arrestarono sei assessori o quando il giudice Castellucci (successivamente condannato dal Tribunale di Perugia) voleva arrestarmi, ho sempre dormito sonni tranquilli.`
Ha dormito sonni tranquilli anche durante il periodo di Calciopoli?
`No, mi angosciava l`idea che la mia onestà fosse messa in discussione, anche in considerazione delle mie dimissioni da presidente federale, presentate per permettere l`avvio del campionato successivo senza imbarazzi. È un pensiero che mi tormenta ancora oggi, nonostante tutte le accuse siano cadute. Ma c`è di più: mi rimane l`amarezza di aver realizzato che tutto ebbe origine da un mio significativo errore politico. Nel 2004, ritenni che Bergamo e Pairetto non dovessero più ricoprire il ruolo di designatori arbitrali, non per demerito, ma perché, a mio avviso, è opportuno rinnovare certe cariche periodicamente. Contattai Collina, che si sarebbe ritirato l`anno seguente, offrendogli quella posizione; dopo qualche giorno, mi rifiutò, desideroso di continuare ad arbitrare. Non feci altro. Anni dopo, durante un documentario di History Channel su Calciopoli, scoprii che Collina aveva informato Meani (allora responsabile degli arbitri del Milan), il quale a sua volta lo riferì a Bergamo e Pairetto, che, sentendosi minacciati, cercarono di mantenere il loro ruolo appoggiandosi a Moggi. Ho sbagliato; avrei dovuto sostituirli comunque. Tuttavia, ho una spiegazione.`
Franco Carraro in un momento di riflessione.
Ci racconti.
`Nel 2004, affrontammo due problemi estremamente gravi e drammatici: il primo fu la deludente eliminazione dall`Europeo, conosciuto per l`episodio del `biscotto`, sebbene la realtà sia che giocammo male; il secondo riguardò il Napoli, che rischiava di scomparire dal calcio professionistico. Durante i Giochi di Atene, il Presidente Ciampi volle incontrarmi, insieme all`allora presidente del CONI Petrucci, per discutere proprio della situazione del Napoli: cercava risposte. Non riuscivamo a trovare acquirenti, era una tragedia! Poi arrivò De Laurentiis… Confesso che, da quel momento, dopo il Milan, il mio tifo va al Napoli.`
Torniamo al 2006.
`È positivo che sia stata condotta un`indagine e che le squadre ritenute responsabili siano state sanzionate. Gli scudetti dovevano essere revocati alla Juventus per gli errori commessi dai suoi dirigenti, ma il titolo del 2006 non avrebbe dovuto essere riassegnato all`Inter. Entrambi i campionati avrebbero dovuto rimanere non assegnati, seguendo la consuetudine della Federcalcio.`
Quell`anno l`Italia conquistò il Mondiale.
`E alcuni commentatori scrissero che la vittoria fu ottenuta nonostante l`ostilità di Blatter, al punto che non ci consegnò la Coppa. Trovo difficile credere che una squadra possa vincere un Mondiale con il presidente della FIFA contro. La verità è che la qualità dei calciatori deve essere supportata da una gestione sportiva appropriata; io avevo designato Pairetto per la commissione arbitri UEFA e Bergamo per quella FIFA. Come recita il proverbio, “aiutati che Dio ti aiuta”.`
Cosa accadde al Mondiale in Corea e Giappone?
`Successe che commettemmo una serie di errori. Trapattoni non era l`allenatore ideale per una competizione ad eliminazione diretta, e avevamo optato per un ritiro eccessivamente isolato. Mi assumo la responsabilità come presidente federale. E Byron Moreno? Era indubbiamente un arbitro `casalingo`; la corruzione in Corea del Sud, ci veniva riferito, era molto diffusa, e lui stesso ebbe poi i suoi guai. Detto ciò, se Vieri avesse segnato il gol della vittoria a un minuto dalla fine, non ricorderemmo nemmeno il nome dell`arbitro.`
Marcello Lippi e Franco Carraro ad una conferenza stampa (2004).
Passiamo all`attualità della Nazionale?
`Non voglio nemmeno contemplare l`idea di un`altra mancata qualificazione. Sono fiducioso che ce la faremo. Riguardo a Gattuso? Lo ricordo bene in azzurro come giocatore; andavo spesso agli allenamenti: era uno che trattava il pallone con rispetto, quasi con `lei`, ma si impegnava sempre al 110%. Il vero problema, a mio avviso, non è tanto l`attaccamento alla maglia, quanto il fatto che il calcio moderno è ormai strutturato contro le nazionali: i giocatori sono costantemente in campo e, in quei pochi giorni a disposizione, bisogna riuscire a creare un`alchimia che, per ragioni inspiegabili, a volte si manifesta e altre no. All`Europeo del 2021, quell`alchimia c`era, e in quel caso, potrebbe avere un nome: Gianluca Vialli. Su di lui, devo confidarvi una cosa.`
Prego, ci dica.
`Ho una stima immensa per Vialli e gli sono riconoscente perché, diversamente da altri, mantenne il più stretto riserbo su un nostro incontro nell`ottobre 2002: dopo il disastroso Mondiale in Corea e Giappone, la Nazionale di Trapattoni aveva iniziato in modo pessimo le qualificazioni per l`Europeo in Portogallo. Discutendo con Giraudo, emerse che Vialli sarebbe stato disponibile a prendere le redini della Nazionale. Andai ad incontrarlo a Torino, ma purtroppo le condizioni non erano favorevoli. Nessuno lo ha mai saputo; fu un uomo di parola, un vero signore.`
Parliamo un attimo del suo Milan?
`Allegri è un tecnico capace, che comprende appieno lo spirito del Milan, e Tare ha dimostrato le sue abilità alla Lazio. Personalmente, sarei estremamente lieto se anche Galliani tornasse, un uomo che conosce a fondo il calcio e questo club. Scaroni è una figura di grande valore, ma Galliani è parte integrante della storia della società e al Monza ha dimostrato di essere sempre aggiornato e proattivo; per i tifosi, il suo ritorno genererebbe un entusiasmo straordinario.`
Adriano Galliani e Franco Carraro in un`udienza privata (2003).
Cosa motivò la sua recente candidatura alla presidenza del CONI?
`Ora posso spiegarlo con la massima trasparenza. Pescante, Petrucci, Gravina e io eravamo profondamente preoccupati dalla presenza di due fazioni opposte e radicalmente diverse rispetto alla precedente gestione. Ritenemmo ingiusto non permettere a Malagò di proseguire, e di conseguenza consideravamo essenziale mantenere Mornati come segretario generale. Compresi che, per assicurare la continuità amministrativa dell`ente, avrei dovuto candidarmi, e così feci. La nostra semplice `moral suasion` non sarebbe stata sufficiente… Un paio di giorni prima del voto, durante una conference call, Gravina, Petrucci e io illustrammo la nostra posizione a Malagò e all`attuale presidente Buonfiglio, evidenziando anche che, legalmente, il segretario deve essere una figura interna al CONI. Offrimmo il nostro sostegno elettorale in cambio di continuità. Mi pare che le cose siano andate e stiano andando per il meglio. Per quanto mi riguarda, ho sempre saputo quale sarebbe stato l`esito della mia candidatura, ma non potevo rivelarlo a nessuno. Anche per questa ragione, finora non avevo rilasciato interviste.`
Molti sono tornati a etichettarla come il “Poltronissimo”. Le dà fastidio?
`Assolutamente no, ne sono perfettamente consapevole… Sono stato precoce, presidente della federazione sci nautico a 22 anni, presidente del Milan a 27. Ho ricoperto molte cariche, ma ho sempre cercato di svolgere il mio dovere al meglio. Le critiche e i giudizi sul mio passato sono legittimi. Ora, a 85 anni, comprendo benissimo chi, sentendo il mio nome, esclama: `Ma è davvero ancora vivo quello lì?“