
Il mental coach italiano Stefano Tirelli, che ha collaborato (e vinto) con il Fluminense nei mesi scorsi, analizza il prossimo avversario dell`Inter: “Il calcio brasiliano esprime maggiormente il talento. Sarà una sfida equilibrata.”
Stefano Tirelli ha una conoscenza approfondita del Fluminense, il futuro sfidante dell`Inter nel Mondiale per Club. Il mental coach italiano ha collaborato (e ottenuto vittorie) con la squadra brasiliana, conquistando la Coppa Libertadores nel novembre 2023 e la Recopa nel febbraio 2024. I ricordi di questi successi sono molto vividi per lui, specialmente trovandosi attualmente negli Stati Uniti.
Tirelli, lei è stato presente nell’anno della storica doppia vittoria del Fluminense in Coppa Libertadores e nella Recopa, la Supercoppa europea. Cosa ricorda di quella esperienza?
Ricordo tanta energia e tanta allegria. Ricordo un`esperienza molto intensa che ha in sé insegnamenti dal punto di vista professionale, culturale e umano. In particolare la grande contraddizione di una magnifica terra come il Brasile in cui le bellezze del territorio e l`energia delle persone si scontrano con le difficoltà della vita per gran parte degli abitanti. Oltre a collaborare nel mondo del calcio feci anche una serie di incontri di volontariato in una delle favelas più grandi di Rio (Vila Aliança), con la mia associazione Sport For Nature e con Craques da Vida, proprio per poter trasmettere anche a bambini e ragazzi un concetto di possibile autostima e di possibilità di fidarsi degli altri. Proprio come se fossero parte di una grande squadra per raggiungere degli obiettivi che in questo caso non erano tanto di carattere esclusivamente sportivo ma proprio come lezioni di vita. Inoltre, ricordo la magia di una festa che durò per le strade di Rio de Janeiro per giorni interi per la prima conquista della storia del Fluminense della Coppa Libertadores e poi anche della Recopa a febbraio dell`anno successivo. Una festa, una magia, il trionfo nel Maracanà, in uno degli stadi più iconici e mitici del mondo del calcio con davvero un`indescrivibile energia e gioia da parte di tutto e di tutti, dai giocatori al pubblico e gli addetti ai lavori. Ricordo anche le condizioni però difficili di un periodo che era quello di febbraio 2024 della pandemia a livello sudamericano di Dengue che effettivamente in quel momento portava molte difficoltà di relazione tra le persone, cosa di cui in Europa pochi erano a conoscenza.
Quanto è diverso il calcio brasiliano da quello italiano?
Sostanzialmente il calcio brasiliano offre maggiore capacità di espressione del proprio talento e del proprio istinto. Laddove anche la giocata del singolo, spesso votata allo spettacolo e al far divertire il pubblico, non viene vista come una mancanza di rispetto dal punto di vista tattico o delle impostazioni dettate dall`allenatore quanto parte della cultura stessa del calcio brasiliano. C`è una maggiore capacità di sviluppare una tecnica che ultimamente si sta fondendo anche con una propensione allo sviluppo del senso tattico per la crescita di molti allenatori. In questo senso, l`arrivo di Carlo Ancelotti nella nazionale arricchirà ulteriormente il bagaglio e la formazione dell`aspetto tattico calcistico brasiliano. I ritmi generalmente sono un po` più lenti, soprattutto però quando ci sono quelle partite giocate in condizioni di caldo torrido e umido che limita la capacità di realizzare una performance atletica ad alta intensità per gran parte della partita.

Che squadra è il Fluminense attuale?
Più solida a livello difensivo rispetto a quella del 2023-24, guidata dal bravo e innovativo Fernando Diniz. Con l’arrivo di Renato Gaùcho ha acquisito una maggiore compattezza, nella fase di non possesso. Quella di Diniz era orientata verso un calcio spettacolare, propositivo, basato molto sull’ampiezza e sull’utilizzo di giocatori veloci sulle fasce. Era un Fluminense creativo, spavaldo, coinvolgente ma a tratti anche vulnerabile in difesa. A centrocampo e in attacco oggi ci sono nuovi innesti e calciatori di esperienza che trasmettono solidità al progetto.
Ci sono ancora giocatori attuali che hanno fatto parte dello storico ‘double’ del suo Fluminense?
Di quella incredibile squadra sono rimasti il portiere Fábio, uno di grande esperienza e di grande leadership. In attacco Germán Cano, Keno e Ganso, in fase difensiva ma con ottime capacità propositive in attacco Samuel Xavier. In particolare mi preme ricordare tra tutti il leader silenzioso di grande intelligenza tattica, di ottima qualità tecnica e caratteriale, il colombiano John Arias.
È riuscito a salutarli in questi giorni in cui è negli Stati Uniti a vedere suoi atleti e partite del Mondiale per club?
No, non ancora. Anche perché in questo periodo in America sono stato occupato incontrando giocatori e addetti ai lavori di altre squadre. Spero di poter trovare il tempo per andare a salutarli, perlomeno nel loro hotel anche se i miei impegni in Italia premono perché torni presto. Mi piacerebbe molto però.

Che match sarà Inter-Fluminense?
Abbastanza equilibrato, in quanto l`Inter arriva da un`ultima prova contro il River molto ben giocata fisicamente, tatticamente e mentalmente. Direi quindi con un`autostima in crescita. Anche il Fluminense vive la stessa situazione, perché avendo superato il turno sente di poter contribuire a far crescere quest’onda del calcio brasiliano, che peraltro, anche se dovesse esaurirsi nelle prossime giornate, va comunque vissuta come un grande successo: aver portato tutte le quattro squadre nella fase finale, è un ottima immagine per il sistema calcio verde-oro. Mi immagino una partita di maggiore controllo da parte dei nerazzurri e di maggiori ripartenze da parte del Fluminense.
Come ha visto la Juventus nella gara di Orlando contro il City?
Difficile da spiegare la prestazione della Juventus perché è chiaro che da una parte si è affrontata una squadra già molto organizzata fisicamente, tecnicamente e tatticamente. Al contempo è anche vero che non è sempre facile attivare la qualità mentale nel momento in cui da una parte si ha praticamente la certezza di aver già passato il turno e dall`altra si dà spazio al turn-over per il recupero di energie in vista del proseguo della competizione. Un incontro dove a livello mentale, tattico e tecnico vi sono delle lacune può capitare. L’importante, come nel resto della vita, è fare di certe esperienze un’opportunità per riflettere e ripartire avendo acquisito nuovi insegnamenti.
Nella sua carriera ha lavorato per diverse squadre e calciatori in tutti i continenti. Sorpreso dell’ottimo rendimento delle squadre brasiliane che lei conosce bene a questo Mondiale per club?
Non sono molto sorpreso da questa crescita degli ultimi tempi del calcio brasiliano perché il ritorno in patria di molti atleti e allenatori che hanno militato per anni nei più grandi club europei ha portato ad arricchire dal punto di vista tattico e dell`esperienza il bagaglio tecnico del calcio brasiliano. Come sempre l`unione delle diverse esperienze porta una nuova modalità di espressione, di performance. Anni addietro i calciatori brasiliani che giocavano in Europa tendevano a concludere la propria carriera tornando in patria quando ormai le risorse fisiche e motivazionali erano quasi esaurite. Oggi l`interscambio culturale che avviene anche attraverso le nuove tecnologie ci consente di studiare in tutto il mondo i sistemi tattici e i migliori strumenti atti ad una maggiore performance. A tutto ciò va unita una più ampia acquisizione di programmi atletici e di sane abitudini di vita tendenti all`implementazione dell`organizzazione di un nuovo calcio molto più attuale e molto più equilibrato.

Dal punto di vista mentale quando è sfidante un Mondiale per club a luglio, dopo una stagione estenuante per le formazioni europee?
È sicuramente una bella sfida perché è la prima volta che si realizza un torneo del genere con così tanta intensità in termini di viaggi (spesso molto lunghi tra il ritiro della propria squadra e le destinazioni da raggiungere), temperature al di sopra della media che stanno mettendo a dura prova tutti gli addetti ai lavori, non solo i calciatori ma anche gli staff tecnici e tutti coloro che fanno parte di questo grande movimento, ivi compresi giornalisti e tifosi. Dal punto di vista mentale è necessario vivere giorno per giorno l`esperienza, evitare di portare l`immagine e il pensiero troppo avanti: questo perché arrivando da una stagione molto provante gli atleti potrebbero avere difficoltà nel portare in avanti, verso il prossimo futuro nuovi traguardi, nuove immagini. Rimanere sull`istante, sulla giornata, sul quotidiano, sul training del momento, sulla partita da giocarsi domani è la modalità migliore per usare al meglio tutta quella parte motivazionale e di forza mentale che si necessita in un momento simile. L’aspetto mentale è più che mai importante e decisivo in questi casi. A proposito di calcio brasiliano va sottolineato come il Palmeiras stia adottando in questo torneo un vero e proprio allenamento mentale di gruppo con sessioni di mental training anche grazie a specifici devices di ultima generazione.
L`aspetto più difficile, soprattutto nella prima fase, è stato non considerarlo… una tournée di fine stagione?
Sì, quando ci sono novità, come questa Coppa del Mondo per club, nella prima fase, incontrando anche diversi tipi di squadre di diverse qualità tecniche e tattiche, spesso si può vivere l’evento con relativa curiosità. In realtà, come capita anche nella Coppa del Mondo per Nazioni, una volta superata la prima fase a gironi, iniziano ad incontrarsi le squadre più titolate, più forti e l`istinto della competizione aumenta in modo naturale. Con il piacere e la voglia di mettersi alla prova con i più grandi atleti dello stesso livello.
Cosa si porta in Italia da tutta questa esperienza al Mondiale che per lei in realtà è iniziata 25 anni fa?
Tanta esperienza e apertura mentale, tanta ricchezza culturale, la costante ammirazione per la scoperta di nuove culture e la sempre più fondata convinzione che la sintesi delle conoscenze internazionali dello sport, sia in termini di prestazione che di recupero, rappresenti la via migliore per creare valore. Per quanto mi riguarda, ho iniziato a seguire questa personale filosofia già dalla metà degli anni `90 e con grande e costante passione continuo a trasmetterla ai miei studenti universitari e a tutti coloro che necessitano, in tal senso, del mio supporto professionale.