
Cristian Totti, a soli 19 anni, ha annunciato il suo addio al calcio professionistico. Marco Amelia, suo ex allenatore all`Olbia in Serie D, ha rivelato che il giovane possedeva talento ma era schiacciato da un`eccessiva pressione. Totti junior intraprenderà ora una nuova strada, lavorando all`interno dell`accademia calcistica fondata dal padre.
Francesco Totti e suo figlio Cristian Totti prima della finale di UEFA Conference League tra AS Roma e Feyenoord a Tirana, Albania (25 maggio 2022).
Il fardello di un cognome celebre può rivelarsi insostenibile, soprattutto quando ci si aspetta che le qualità paterne si manifestino magicamente nei propri piedi, come un dono divino. Per Cristian, essere il figlio di Francesco Totti, una delle leggende del calcio italiano, si è trasformato da un vantaggio in un impedimento insormontabile. A 19 anni, ha scelto di abbandonare la carriera agonistica. La sua ultima avventura è stata in Sardegna, indossando la maglia dell`Olbia in Serie D. Ha collezionato poche presenze, accompagnate da una notevole pressione mediatica e da accese discussioni sulla sua forma fisica: alcuni lo definivano “raccomandato”, altri lo criticavano aspramente sui social perché “troppo grasso”. In realtà, Cristian ha sempre avuto un fisico adeguato per le categorie in cui giocava, ma il suo status di “figlio d`arte” amplificava ogni minimo dettaglio. “Non posso aggiungere altro, ma confermo il mio ritiro. Non giocherò più a calcio”, ha dichiarato Totti junior a `La Nuova`.
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Troppa Pressione: La Confessione di Amelia
Per alcuni mesi, il figlio di Francesco e Ilary Blasi era rimasto senza squadra, con sole sei presenze con l`Olbia prima della pausa di riflessione di dicembre. La decisione definitiva è arrivata pochi giorni fa, dopo un`approfondita discussione con i familiari. Sebbene abbandoni il calcio giocato, Cristian rimarrà nel mondo del pallone: ha già firmato un accordo con la “Totti Soccer School”, l`accademia fondata dal padre ma gestita dallo zio Riccardo, fratello maggiore di Francesco. Lavorerà al fianco del direttore generale Claudio D`Ulisse, dedicandosi alla ricerca di giovani talenti. Marco Amelia, suo allenatore all`Olbia e ex portiere della Roma, ha espresso rammarico per la scelta di Cristian. “Ho sempre avuto fiducia in lui”, ha affermato Amelia, “l`ho voluto perché possedeva notevoli abilità. Era un centrocampista capace di organizzare il gioco, interpretare le difese avversarie, creare occasioni, e allo stesso tempo eccelleva nel recupero palla in fase di non possesso. Credo che avrebbe potuto intraprendere una brillante carriera tra Serie C e Serie B.” E allora, perché ha smesso? “Il fatto di essere il figlio di Totti ha pesato enormemente, c`era troppa pressione”, ha confidato Amelia a `La Nuova`.
Cristian Totti e Francesco Totti prima della partita di Serie A TIM tra Frosinone Calcio e US Sassuolo a Frosinone, Italia (17 settembre 2023).
Il Fenomeno del Body Shaming
Un episodio significativo risale allo scorso agosto, quando, poco dopo il suo esordio con l`Olbia in Coppa Italia contro l`Ilvamaddalena, Totti divenne bersaglio di feroci critiche online. Un breve video di una sua giocata fu condiviso da diverse pagine sportive, e nei commenti molti gli rivolsero espressioni scortesi riguardo una forma fisica ritenuta non ideale. Fu un`ondata immotivata di `body shaming`. Dopo la tempesta mediatica, a settembre, allo stadio “Nespoli”, suo padre Francesco Totti si presentò in tribuna centrale con la compagna Noemi Bocchi, offrendo un sostegno morale che, tuttavia, non fu sufficiente.
Una Carriera Travagliata e i Predecessori Illustri
La traiettoria calcistica di Cristian non poteva che iniziare dalla Roma, club in cui suo padre è molto più di una semplice leggenda, precisamente nella formazione Under 17. L`anno seguente, nell`Under 18, totalizzò appena due apparizioni su 33 partite, per un complessivo di soli quindici minuti in campo. Nel tentativo di ottenere maggiori opportunità, si trasferì alla Primavera del Frosinone, dove, sotto la guida di Amelia, mise a segno un gol in quattro presenze. Ancora troppo poco. Il 2024 si rivelò un anno difficile: a gennaio si unì alle giovanili del Rayo Vallecano in Spagna, senza lasciare un`impronta significativa, se non per qualche titolo di cronaca rosa riguardante una discussione in strada a Madrid con la madre Ilary. A luglio firmò con l`Avezzano in Serie D, ma ad agosto cambiò idea, optando per la maglia dell`Olbia, sempre tra i dilettanti. Sei mesi dopo l`ultimo addio, è arrivato il ritiro definitivo. D`altronde, il peso di un cognome illustre ha creato difficoltà a numerosi predecessori, da Diego Maradona junior a Jordi Cruyff, passando per Romeo Beckham ed Edinho Pelé. Altri, invece, sono riusciti a imporsi, come i Maldini, i Thuram e i Vieri. Ma in fondo, la vita offre molto più del semplice calcio.