Nel panorama calcistico attuale, la Roma si trova al centro di un dibattito interessante, soprattutto riguardo alla sua produzione offensiva.
Dopo la seconda pausa per le Nazionali, la posizione in campionato della Roma supera probabilmente le attese più ottimistiche. Questa situazione infonde serenità nell`ambiente e permette a Gian Piero Gasperini di operare con maggiore tranquillità in una fase cruciale: l`inizio di un nuovo ciclo tattico. È infatti il periodo in cui un nuovo tecnico deve instaurare la propria visione di gioco e i giocatori devono assimilarla. Avere il favore del vento in questa fase è un vantaggio considerevole, frutto del lavoro svolto dalla squadra sul campo, caratterizzato da grande determinazione e impegno, anche se non sempre accompagnato da prestazioni eccellenti.
Il Problema del Gol
Nonostante la solidità difensiva dimostrata in queste prime partite, la Roma ha palesato evidenti difficoltà in fase realizzativa, con sole 7 reti all`attivo, un dato che la posiziona come il nono attacco del campionato, alla pari con Como e Cremonese. La tentazione immediata è quella di attribuire la responsabilità agli attaccanti, nello specifico a Dovbyk e Ferguson, che finora hanno messo a segno un solo gol complessivo tra campionato e coppe (firmato da Dovbyk contro l`Hellas Verona). Un bottino certamente esiguo. Ma è davvero solo colpa loro se la Roma segna così poco? La risposta è più complessa. Le statistiche degli `Expected Goals` (xG) indicano che la Roma avrebbe dovuto concretizzare circa 7 reti, esattamente il numero di gol effettivamente realizzati. Ciò suggerisce che la squadra sta convertendo in gol ciò che produce, il che, purtroppo, non è molto.
Il nodo della questione risiede, dunque, nell`efficacia complessiva della fase offensiva in generale. È fisiologico che ci voglia tempo per perfezionare i meccanismi e trovare la giusta fluidità, soprattutto in una squadra che sta assimilando nuove direttive tecniche. L`esempio dell`Atalanta di Gasperini, che per anni ha giocato con una sincronia quasi automatica, è la dimostrazione di come la maturazione di un sistema richieda tempo, un lusso che la Roma non ha ancora avuto in questa nuova gestione. A ciò si aggiunge una problematica legata agli esterni, che non hanno ancora raggiunto il livello di incisività desiderato dal tecnico. Tutto ciò si traduce in una notevole difficoltà nel creare occasioni da rete, in particolare contro squadre chiuse.
Il rientro di Pellegrini e il recupero di giocatori chiave come Dybala e Bailey offriranno un contributo fondamentale, e il tempo farà la sua parte nel completare l`amalgama. L`obiettivo, quindi, non è unicamente far segnare gli attaccanti, ma piuttosto metterli nelle condizioni ottimali per farlo. Fortunatamente, il tempo è dalla parte della squadra, e la classifica attuale offre una serenità che mancava da diverse stagioni.
